giovedì 28 ottobre 2010

Napoli, centinaia di monumenti imbrattati!

La città di Napoli, ancora una volta, è il bersaglio preferito di giovani vandali, armati di bomboletta spray, che si macchiano di atti censurabili ai danni del patrimonio pubblico (forse sono gli stessi che professano amore per la propria città). La denuncia è lanciata dall'attivissimo Comitato civico di S. Maria di PortoSalvo. L'ultimo scempio è stato compiuto, come si apprende dalle pagine del sito, sull'accesso principale di Castel Capuano, prestigioso edificio del XII secolo posto in Via dei Tribunali, ex sede del Tribunale di Napoli. Da qualche giorno sulla facciata principale sono comparse insulse scritte, che hanno deturpato irrimediabilmente la bellezza del più antico castello della città di Napoli. Ormai la lista dei palazzi, delle fontane, delle chiese e dei monumenti vittime della vernice è in continuo aumento. E'un male che non si riesce ad estirpare.

Nella foto in alto un particolare di Castelcapuano


sabato 16 ottobre 2010

La riflessione di un nostro amico lettore

Su quel tema [graffiti n.d.r.] ci sarebbe molto da dire, anche perché se non si sta attenti ad informare nel giusto modo, si rischia di confondere il puro vandalismo con la vera cultura del graffito, una cultura che ormai resta intatta in rarissimi casi, in poche elite di artisti che la vivono in modo civile e corretto limitandosi a creare opere d'arte in luoghi fuori città adibiti appositamente a quell'utilizzo, con tanto di autorizzazione o addirittura sotto commissione dello stesso comune, che magari intende valorizzare con l'opera di una mano esperta un muro di periferia altrimenti spoglio e squallido. Ma ovviamente non è il caso dello stupido e insensato vandalismo del writer da quattro lire che purtroppo imperversa nella maggior parte delle aree metropolitane di tutto il mondo (Europa, Italia, Napoli e San Sebastiano [Comune in cui entrambi siamo residenti n.d.r.] inclusi!). Questi ultimi non sono artisti, ma li identifico piuttosto con persone che, ai danni dei muri pubblici, lasciano un loro scarabocchio per lasciare una traccia, al pari di un gatto o un cane che con uno spruzzo di urina marca il territorio. Ma anzicchè urina, pisciano ciò che, con un po' di presunzione e dandosi un po' di arie, chiamano "tag"!

Piero Landolfi

martedì 5 ottobre 2010

Roma, capitale dei graffiti

Non ci sono dubbi a riguardo, la città di Roma non è solo la capitale d'Italia, ma è anche la capitale (ahimè) dei graffiti. Un'idea del degrado la si può avere già all'arrivo in stazione Roma Termini. Il treno percorre gli ultimi km prima di entrare in stazione a velocità ridotta e i graffiti non sono più una macchia di colore indistinta su un muro. Si riescono a riconoscere forme, colori e a decifrare le tags. Negli ultimi anni, i writers romani (e non) realizzano, lungo la linea ferroviaria, sempre meno murales e sempre più tags (alcune talmente grandi da ricoprire metri di superfici). Quello che mi ha colpito è l'altezza sempre maggiore a cui si sono spinti...diversi metri dal suolo. Come arriveranno fin lassù? Possibile che nessuno noti nulla? E i writers resteranno impuniti?